Differenza fra prestito, mutuo, fido e finanziamento

Utilizzare la giusta terminologia, in economia come in molti altri settori, è molto importante. Troppo spesso si confondono concetti diversi e si rischia di creare confusione. Per questo motivo cerchiamo di spiegare nel dettaglio cosa sono e quali sono le differenze tra un prestito, un mutuo, un fido ed un finanziamento.

Iniziamo subito con la differenza più sottile e forse anche meno rilevante, ovvero quella tra finanziamento e prestito. Nel linguaggio comune essi sono dei sinonimi ed in realtà la somiglianza traspare anche nel linguaggio tecnico. In sostanza con prestito si intende una delle operazioni commerciali che constano nella consegna di una cosa, solitamente denaro, e nella successiva riconsegna della stessa maggiorata degli interessi dovuti. Gli interessi stanno ad indicare il costo del prestito, ovvero quel maggior valore che viene riconosciuto a chi presta il denaro, per il semplice fatto che egli se ne è dovuto privare per un certo periodo di tempo.

Con il termine finanziamento si intende una categoria leggermente più ampia di quella di prestito. Per fare un esempio molto semplice ed intuitivo, si possono citare i finanziamenti a fondo perduto. Essi hanno la caratteristica del prestito, ovvero viene concesso in uso un capitale al richiedente, tuttavia se ne discostano profondamente perché non è prevista, o comunque non è obbligatoria la riconsegna. Tanto meno, in questo caso, sarà necessario calcolare gli interessi da corrispondere in quanto non verranno erogati. In questo caso, ed in pochi altri, si può notare una sostanziale differenza tra questi due termini. In realtà nella maggioranza dei casi essi possono facilmente sovrapporsi e si può tranquillamente usarli per indicare la medesima operazione senza incorrere in un rilevante errore tecnico.

Fido

Delle precisazioni molto diverse occorrono, invece, per dare una definizione di fido. Questo concetto può essere ricompreso in quelle che sono le numerosissime possibilità di prestito. In sostanza nel fido bancario si ha la compresenza di due parti, la banca ed il cliente. Non è importante che il cliente sia un privato od un’impresa, infatti anche se per essa sussistono meccanismi leggermente diversi, per estrapolare una definizione si possono considerare come concetti unitari.

In sostanza la banca fa affidamento sul proprio cliente e gli permette di spendere dei soldi che non sono fisicamente disponibili sul suo conto corrente bancario. Questa operazione avviene solitamente, e lo si evince dal nome, quando la banca pensa di poter godere di un certo grado di fiducia nei confronti del richiedente fido.

La banca può facilmente assicurare una somma di denaro al cliente oppure prendere per suo conto un’obbligazione di un terzo, tuttavia questa operazione non è di certo priva di costi. Infatti l’istituto di credito applicherà delle commissioni sull’operazione ed inoltre deve essere previsto un tasso di interesse che si applica sulle somme prese a prestito in questo modo. Il cliente dovrà, poi, ovviamente, restituire le somme e pagare gli interessi maturati.

Nel contratto di fido si devono prevedere tutti i costi, secondo la disciplina in merito alla trasparenza dell’attività bancaria, ed anche alcune clausole molto importanti. Esse riguardano i limiti di fido che possono essere concessi al singolo cliente, i tassi di interesse applicati ed il termine massimo superato il quale il cliente deve provvedere al reintegro delle somme ricevute. Il fido viene spesso richiesto anche quando non si debba ancora procedere ad utilizzare le somme ma si ha il ragionevole dubbio che esse serviranno a breve.

Questo serve alle imprese per essere pronte a rispondere di una spesa prevista e comunque non le obbliga poi a prelevare necessariamente alcunché. Si può anche decidere, successivamente, di non utilizzare il fido, magari perché il pericolo della spesa è rientrato.

Mutuo

Procediamo adesso con l’analisi della più importante definizione, quella del mutuo.

Esso è un vero e proprio contratto tra due parti, quella del mutuante e quella del mutuatario. Il primo presta, in forza del contratto, una quantità di cose, solitamente denaro, al secondo, il quale si impegna a restituire quanto ricevuto con la maggiorazione degli interessi. Essi, come abbiamo già evidenziato, rappresentano il costo del denaro mutuato.

Questo contratto è di tipo reale, questo vuol dire che non è sufficiente il mero accordo tra le parti per la produzione degli effetti, bensì è necessaria anche la consegna delle somme stabilite. Solo in questo modo si produrranno gli effetti che le parti hanno deciso in sede di contrattazione. Sebbene sia un accordo fra le parti, bisogna sempre ricordare che esso è un contratto e come tale avrà efficacia di legge nei rapporti tra mutuante e mutuatario.