Prestiti su pegno: come funzionano

Il prestito su pegno è una forma di prestito in denaro che può essere richiesta a un ente bancario per chi non ha una basta paga da dare a garanzia per un qualsiasi finanziamento. Questa forma di presito non è certo una novità , in quanto già in passato chi si trovava in difficoltà impegnava i propri averi per ottenere liquidità.

In altri Paesi, e in particolare negli Stati Uniti è molto diffuso ed ha preso piede in modo stabile e anche in Italia si registra interessamento per tali prestiti. E’ evidente che questa forma di richiesta di denaro sia dovuta alla crisi economica mondiale che ha provocato la perdita del lavoro diffusa e in ogni caso difficoltà economiche molto serie per le famiglie che in qualche modo sono costrette ad ingegnarsi per sbarcare il lunario.

La rapida diffusione di questa forma di prestito ha anche attenuato quel senso di timore di chi deve impegnare i propri averi costretti da una congiunzione economico-finanziaria negativa epocale.
Un tempo questa operazione veniva effettuata al classico “Monte di pietà”, nato intorno al 1400 e utilizzato dalle classi meno abbienti in caso di spese impreviste o del bisogno incombente di liquidità.

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Oggi invece la procedura gode di una regolarizzazione che ha dato vita alla legiferazione sia sulla tutela di chi lo richiede che sulla tutela di chi lo eroga. La procedura per ottenere il prestito è abbanstanza semplice, veloce, e non richiede particolari requisiti. Il punto fondamentale è che l’istituto bancario che eroga tale prestito non richiede nessuna garanzia, nessuna busta paga, ma solamente che il bene che viene messo in pegno sia libero da ipoteche e che appartenga effettivamente al richiedente.

Per la richiesta bisogna recarsi presso uno di questi istituti, munirsi di un documento di identità in corso di validità per verificare la maggiore età, il codice fiscale e tutta la documentazione che attesti l’effettivo possesso del bene che si intende impegnare. Si è reso quindi necessario un adeguamento anche degli istituti finanziatori a questi tempi difficili e alle richieste sempre più pressanti che arrivano da chi non può dare garanzie, se non quelle materiali.

La legge vigente prevede che tale prestito non possa superare la cifra di tre mila euro (con rare eccezioni) e può durare dai tre ai dodici mesi; può essere rinnovato fino a un massimo di 3 volte e nel caso venga prorogato è necessario stipulare una nuova assicurazione. Può richiederlo quindi chiunque sia maggiorenne. Naturalmente il prestito si basa sull’effettivo e attestato valore del bene.

I tempi di erogazione del prestito corrispondono di norma ai tempi tecnici di verifica dell’effettiva provenienza nonchè del regolare possesso del bene in questione. Le garanzie di sicurezza di una tale operazione si rifanno alla procedura che tutela sia il richiedente che l’ente erogatore: viene infatti stipulata una polizza sul bene messo in pegno al portatore che appunto serve a riscattare il bene stesso una volta estinto il debito; uno dei vantaggi di questa forma di prestito è che il bene può essere riscattato in qualsiasi momento, quindi anche in antipicipo rispetto alla data prevista di estinzione, ovviamente previo pagamento totale del prestito stesso. Dal canto suo l’ente erogatore, nel caso in cui il prestito non venga onorato entro 30 giorni dalla scandenza o del mancato rinnovo dello stesso, ne entra di diritto in possesso e solitamente, per rientrare della somma, mette tali beni all’asta.

Le aste sono pubbliche e l’istituto di credito stesso pubblica sul proprio sito data, luogo e orario dello svolgimento. Il ricavato dell’asta è sempre al lordo delle commissioni che solitamente non superano la soglia del 10% più iva. Nel caso in cui poi chi mette un bene al pegno non lo abbia volutamente riscattato, e lo stesso bene viene venduto all’asta, questi incassa la differenza tra il prezzo di vendita e quello che era stato precedentemente stabilito con l’ente erogatore, al netto delle commissioni della banca.

Le precauzioni e le informazioni da prendere preventivamente si riferiscono solamente al tasso con il quale il prestito viene concesso dall’istituto bancario, un prassi che esiste ormai dal 1995. Bisogna pertanto tenere presente quali sono i limiti entro cui i tassi diventano a rischio di usura. Per legge, la 108/1996 e la 70/2011 sono stabiliti tali limiti che si rifanno al cosiddetto Tasso Effettivo Globale Medio che viene rilevato a cadenza trimestrale dalla Banca d’Italia. Si parla di tassi usuranti quando il suddetto Tasso Effettivo Globale Medioè superiore di un quarto, con un ulteriore margine del 4% . E’ attestato che la differenza esistente tra il limite di tasso medio non deve superare l’8%. In Italia ci sono per la verità ancora pochi istituti bancari, ma tra i più importanti che prevedono questa forma di prestito. Alcuni poi hanno aumentato la possibilità di richiedere del denaro fino a 10 mila euro con interessi semetrali intorno al 6%. Alcune agenzie di pegno hanno organizzato anche un servizio di consulenza per verificare l’autenticità di alcuni beni dati in pegno ( in particolare quando si tratta di gioielli, pietre preziose, quadri d’autore, ecc) : tale servizio è attivo per il momento solo su Roma e Palermo. Questi professionisti tuttavia redigono solo una perizia ma non una stima in senso pecuniario del bene, motivo per il quale spesso è utile provvedere a tale incombenza in maniera privata e certificata da un perito abilitato.

Ad oggi risultano attive circa 33 agenzie con funzione di pegno su tutto il territorio nazionale. I beni messi in pegno possono essere svariati: può trattarsi di vestiario pregiato possibilmente non ingombrante, (come per esempio una pelliccia), o mobilio d’epoca, nonchè automobili, fino ad arrivare a beni di pregio che assicurano l’accettazione del prestito stesso. A proposito della dimensione dei beni messi in pegno bisogna tenere presente che a seconda della grandezza verranno stabilite delle spese di custodia: per esempio per misure che vanno da 1 a 100 decimetri cubici (misure di oggetti considerati non ingrombranti) possono anche superare lo 0,80% di tasso trimestrale, mentre per oggetti di dimensione superire lo stesso tasso trimestrale si aggira intorno allo 0,60%. Ma quali sono i rischi che un richiedente può correre? Come già detto il bene può essere messo all’asta se non viene onorato il prestito nei tempi stabiliti e un’altro pericolo può essere rappresentato dalla perdita o dalla sottrazione della polizia di pegno che può finire in mano a terzi ed essere utilizzata in modo fraudolento, quindi si raccomanda perizia nella custodia e conservazione della polizza stessa.

Tali prestiti sono erogati grazie ad accordi con finanziarie che risultano iscritte all’elenco generale, ex art. 106 del Testo Unico Bancario e dagli stessi Istituti Bancari in base all’ex art. 40 del suddetto TUB.