Acquisto prima casa: quali sono le spese?

La crisi colpisce anche il mercato immobiliare: calano gli acquisti di immobili per le vacanze e come investimento, mentre aumentano gli acquisti per la prima casa, segno che gli italiani decidono di accendere un mutuo o investire solo per una casa di proprietà; la seconda casa resta un retaggio del passato, probabilmente anche a causa dell’introduzione dell’IMU.

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Un recente studio redatto da un gruppo immobiliare evidenzia infatti che l’acquisto della prima casa si attesta al 76%, contro il 17% dell’acquisto per investimento e il 6% delle case vacanza. E per confermare la ricerca di immobili in vendita come abitazione principale e non come accessorio, sono anche i dati relativi all’età: il 34% è nella fascia 35-44 e di questi ben l’80% cerca una prima casa, il 31% è compreso tra i 18 e i 34 e nel 90% dei casi cerca appunto una casa che consenta l’indipendenza.

Ma quanto costa acquistare una prima casa? Oltre al costo dell’abitazione previsto dal contratto stipulato con il gruppo immobiliare, ci sono da tener conto anche altre spese accessorie come le rate del mutuo, la parcella del notaio, la perizia e l’istruttoria, e se prevista anche l’assicurazione.

Vediamo insieme le voci di costo per l’acquisto di una prima casa:

  1. Mutuo – una volta chiesto alla banca, essa applicherà il valore dell’istruttoria che si aggira tra lo 0,5% e il 2% dell’importo totale richiesto; quando si comincia a versare le rate del mutuo, ci sono da aggiungere le cosiddette spese per l’incasso della rata (a ogni rata del muto aggiungere 2-3 euro circa a seconda degli istituti di credito); per gli anni in cui la pratica è attiva inoltre va aggiunto il costo della certificazione annuale, spese amministrative, e in caso di muti che sforano i 20 anni, anche il costo della pratica di rinnovo dell’ipoteca.
  2. Professionisti – le parcelle del perito e del notaio sono anch’esse una voce di costo da calcolare. Un’istruttoria per la perizia varia tra i 150 e i 350 euro, contributi esclusi. Il notaio invece varia tra i 2 mila e i 3 mila euro, più IVA; online si trovano però siti di comparazione notarili che aiutano a scegliere la parcella più conveniente.
  3. Certificati – richiesti dalla banca al momento della stipula del mutuo. Ad esempio i certificati anagrafici si aggirano sui 15 euro, in caso il richiedente sia un professionista/freelance la banca richiederà anche altri certificati specifici come l’iscrizione all’Albo.
  4. Assicurazione – l’intestatario di un muto è obbligato a aprire delle polizze assicurative in caso di danni alla casa (ad esempio incendio) o all’intestatario stesso (polizza sulla vita in caso non si estingua il muto prima dei 70 anni di età). In più c’è da aggiungere la polizza fideiussoria e le spese per l’estinzione anticipata o la cancellazione dell’ipoteca.
  5. Acquisto – se compriamo da privato c’è da calcolare l’imposta di registro (3% del valore catastale dell’immobile), l’imposta ipotecaria di 168 € e l’imposta catastale di 168 €; se è un’impresa ad offrire gli immobili in vendita, sostituiamo l’imposta di registro con l’IVA al 4%.