Quando il tasso diventa usura sui Prestiti e Mutui?

La legge antiusura 108/96 stabilisce il cosiddetto tasso soglia, limite massimo che gli istituti di credito che concedono un prestito o un mutuo non devono superare per non commettere un’usura.

Tale normativa è tornata a riscuotere attenzione in seguito alla sentenza 350/2013 della Corte Suprema di Cassazione del 9 gennaio, la quale ha recentemente reso noto che quando al tasso nominale annuo di un mutuo si aggiungono il tasso di mora, le spese e le penali per un totale che eccede il tasso soglia, si può avviare una procedura giudiziale che annulla il mutuo considerato usuraio. E’ inoltre possibile per la parte lesa recuperare nella loro totalità gli interessi corrisposti per il finanziamento o mutuo.

Il tasso soglia viene stabilito con cadenza trimestrale dalla Banca d’Italia. L’ultimo tasso di usura, applicato dal primo luglio al 30 settembre 2013, stabilisce per i mutui con garanzia ipotecaria il tetto del 10,3625% se si è in presenza di un tasso fisso e del’8,6000% in caso di tasso variabile, a fronte di tassi medi rispettivamente del 5,09% e 3,68%. Secondo la legge di riferimento, il tasso soglia non può in ogni caso superare di 8 punti percentuali il tasso effettivo globale medio. Per i mutui senza ipoteca la percentuale si attesta al 10,77% per il tasso fisso e al 9,012% per quello con tasso variabile.

Restando nell’ambito dei mutui, all’annullamento del mutuo illegale segue la rinegoziazione di un nuovo contratto senza interessi in cui il debitore paga nella rata del mutuo solo il capitale. Inoltre vengono congelati eventuali carichi pendenti relativi al mutuo contratto in precedenza come pignoramenti, azioni di revoca o vendite all’asta volte al recupero del credito.

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Elio Lannutti, presidente dell’Adusfeb, ha però fatto sapere che per annullare il mutuo bisogna che intervengano gli interessi di mora, per cui chi paga regolarmente alla scadenza le proprie rate non può chiedere né annullamento né rinegoziazione del mutuo senza interessi. Secondo un servizio d’inchiesta da parte della trasmissione televisiva “Le Iene” apparso sugli schermi il 2 giugno, è emerso come una importante percentuale dei mutui concessi dalle banche a imprenditori, aziende e privati superi il tasso soglia.

Il tasso soglia varia in funzione della forma del credito: a seconda dei diversi tipi di mutui, finanziamenti e leasing la percentuale che certifica l’usura muta, così come il limite cambia se ci troviamo di fronte a un’apertura di credito in conto corrente o al credito al consumo. A tal proposito è importante rivolgersi a professionisti del settore in grado di accertare il valore del TEG, acronimo per Tasso Effettivo Globale, ossia la quota totale delle somme che l’istituto di credito addebita al cliente debitore.
Il tasso soglia per le aperture di credito in conto corrente fino a 5.000 euro è, su base annua, del 18,0500%; oltre i 5.000 euro si attesta sul 16,4125%. Per i prestiti contro cessione del quinto le percentuali sono, per valori inferiori e superiori ai 5.000 euro, rispettivamente del 19,5375% e 18,6125.

Il contesto nel quale la sentenza della Corte di Cassazione è stata resa pubblica, le dichiarazioni dell’Adusfeb e quelle di Gennaro Baccile ai microfoni delle Iene invitano a effettuare verifiche sui meccanismi del credito e sugli istituti di credito che nell’ultimo anno, in seguito ai tagli degli investimenti alle imprese, hanno acquistato titoli di credito. Ancora Lannutti ha osservato che un quinto dei soggetti che ha contratto un mutuo si trova oggi in condizioni di difficoltà nel far fronte ai propri debiti, e si rende necessaria una ricognizione in grado di valutare ogni singolo caso, per stabilire se il Tasso Effettivo Globale di un prestito o un mutuo non sia da considerarsi capestro e, nel caso, avviare il procedimento stabilito dalla Cassazione.