Imposizione fiscale sulla casa? Circa 55 miliardi di euro l’anno


Dopo l’introduzione dell’imposta municipale unica (Imu), il prelievo fiscale sugli immobili ha raggiunto i 55 miliardi di euro l’annoma si potrebbe arrivare a 58 miliardi se, come previsto per il prossimo ottobre, si darà seguito all’aumento di due punti delle aliquote Iva. Lo rende noto l’associazione nazionale costruttori edili (Ance).

L’associazione ritiene perciò «prioritarie misure di riordino della fiscalità immobiliare», ha detto il suo presidente Paolo Buzzetti. Se il fisco «colpisce la produzione, la compravendita e il possesso degli immobili», ha aggiunto Buzzetti, «la riforma del sistema fiscale vigente diventa l’occasione giusta per il riordino di un settore particolare dell’industria, come quello dellecostruzioni, a cui devecorrispondere una altrettanta particolare disciplina fiscale».

Per l’associazione dei costruttori occorre innanzitutto alleggerire il costo fiscale d’acquisto delle materie prime, che grava sulla fase di produzione e che «assume livelli espropriativi». A tale scopo si propone la piena deducibilità degli interessi passivi relativi ai beni merce, dal l’acquisto dell’area fino ai 5 anni successivi all’ultimazione dei lavori, ma anche l’esclusione della responsabilità ai fini Iva.

Per rendere più incisivi questi strumenti, Buzzetti propone poi l’estensione della detrazione del 50% per gli interventi di demolizione e ricostruzione con aumento della volumetria, l’acquisto di fabbricati ristrutturati da imprese di costruzione oltre i 6 mesi successivi all’ultimazione dei lavori, la rimodulazione della detrazione del 55%, premiando gli interventi più incisivi, e lo stop all’aumento delle aliquote Iva.

Inoltre per fare del mercato immobiliare, compreso quello delle nuove costruzioni, il vero volano per la ripresa economica del Paese si potrebbe «utilizzare la leva fiscale per ridurre il carico sull’acquisto delle abitazioni» con una doppia detrazione Irpef: quella pari alle imposte sulle compravendite abitative, di prezzo inferiore a 200.000 euro, calcolata su un massimo di 100.000 euro, da ripartire in 10 quote annuali e quella pari all’importo integrale degli interessi passivi relativi ai mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale.