Mutui prima casa: tassi di interesse, calcolo rate e consigli

La presenza innovativa di richiedere un mutuo ipotecario è ormai all’ordine del giorno; numerose le banche che propongono offerte vantaggiose per ogni cliente, cercando di andare incontro alle loro esigenze ed aumentando la concorrenza.

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Il mutuo per la prima casa è quello più richiesto da parte dei cittadini, difatti occupa una percentuale piuttosto elevata, circa il 65%. Questo tipo di mutuo viene richiesto qualora il cliente desideri acquistare una casa destinata ad essere la sua residenza privata, diventando di conseguenza un immobile dove mutuatario e famiglia hanno dimora. Richiedere un mutuo per la prima casa comporta alcuni vantaggi, come:

  • Le banche concedono un mutuo di questo tipo più facilmente rispetto ad altre richieste, poiché il rischio di mancato pagamento da parte del cliente è decisamente più basso rispetto ad altri, considerato il fatto che la somma pagata coinvolge anche a livello emotivo. I tassi d’interesse applicati a questo tipo di pratica sono decisamente convenienti, con spread molto più bassi;
  • Al mutuo per l’acquisto della prima casa vengono offerte diverse agevolazioni dal punto di vista fiscale per le imposte di servizio, come l’iva e le imposte catastali ed ipotecarie. L’imposta assegnata al mutuo per la prima casa è pari a 0,25%, rispetto al 2% applicato nei confronti di altri tipi di abitazione; inoltre, è possibile detrarre il 19% di interessi passavi dalla dichiarazione dei redditi, fino ad un massimo di quattromila euro annui.

Ma che cosa cercano di soddisfare le banche attuando questo tipo di mutuo? In che modo cercano di andare incontro a dei possibili mutuatari?

Ogni banca cerca di agevolare il futuro proprietario attraverso la durata, l’importo e i tassi d’interesse. In che modo?

Per quanto riguarda la durata, la media italiana si aggira intorno ai venticinque anni, ma il mercato del credito propone piani d ammortamento che comprendono un periodo tra i dieci e i cinquant’anni. Nel corso degli ultimi anni tale finanziamento ha subito una sorta di allungamento, poiché i cittadini hanno bisogno di scadenze maggiori per poter saldare il proprio debito. Più cresce la durata, più aumentano gli interessi, che saranno corrisposti alla banca. Per ridurre l’incremento degli interessi è necessario ridurre la durata del mutuo ad un massimo di circa trent’anni.
Per ciò che concerne l’importo, la banca più concedere un prestito pari all’80% del valore della casa da comperare, anche se può essere esteso al 100% se vi sono delle garanzie. Ogni banca è in grado di concedere fino ad un milione di euro, nel caso il richiedente offra una sicurezza dal punto di vista del reddito.

Parlando dei tassi d’interesse, ne esistono di diversi tipi:

  1. tasso fisso, ossia fisso del tempo, a discapito del valore del denaro o della banca in questione;
  2. variabile, non costante nel tempo, sarà la banca a decidere a quanto ammonterà il tasso d’interesse;
  3. fisso a rate crescente o decrescente, ossia una riduzione del tasso in base alla rate pagate dal cittadino ad ogni scadenza mensile;
  4. misto, che può essere modificato nel corso del piano di rimborso;
  5. variabile a rata costante o variabile con CAP.

Ciò che si consiglia è di attuare un mutuo a tasso fisso, in modo che la rata mensile ed il tasso d’interesse annuo sia sempre il medesimo, senza subire particolari variazioni. Il tasso fisso a rate decrescente viene considerato, invece, obsoleto e difficilmente utilizzato in Italia.

Richiedendo un mutuo per la prima casa, è possibile ottenere un piano d’ammortamento bullet, con rate comprendenti le quote d’interesse e rimborso del capitale attraverso tranches, con scadenze fissate in precedenza.

Ovviamente, richiedendo il mutuo, si “accende” l’ipoteca sulla casa, come garanzia di rimborso nei confronti della propria banca. Nel caso l’acquirente non saldi il suo debito, ossia non paghi il prestito per oltre dodici mesi, la banca è tutelata, richiedendo un’esecuzione forzata sull’immobile.
Ma come si calcola un mutuo? È necessario conoscere l’importo erogato dalla banca, il asso d’interesse, il numero ed il periodo delle rate. Dopo di che, grazie ad una formula chiamata “francese”, è possibile risalire alla propria rata mensile, compresa di relativo tasso d’interesse.